Giorni di meditazione all’Ensoji
Lunedì | zazen ore 20,00 – 21,00 |
Mercoledì | zazen ore 06,00 – 07,30 |
Venerdì | zazen ore 20,00 – 21,00 |
Venerdì metà mese | zazen ore 20,00 – 23,30 |
Bimestrale | Zenkai ritiro di mezza giornata mattino |
Tutti i ritiri lunghi si svolgono nel monastero di montagna Sanboji
Zazen è la meditazione zen per eccellenza, anche se nella nostra tradizione ogni momento vissuta nella consapevolezza si trasforma in meditazione del risveglio come recitare i sutra, mangiare, lavorare, studiare ogni cosa se vissuta totalmente senza condizionamenti e attaccamenti è pratica e al contempo realizzazione.
La tradizione zen Soto di Ensoji e Sanboji si arricchisce della pratica dei koan nella tradizione di Harada Daiun Sogaku dove il risveglio, il Satori come si dice nello zen è la pratica centrale dello zen sin dalle origini.
Zazen – Koan le frasi meditative
Aprirsi al cuore dell’esperienza è la parola giapponese koan, che letteralmente significa “editto pubblico”, indica il resoconto di un incontro tra maestro e discepolo.
Abitualmente, durante questo incontro, il maestro Zen assegna un quesito paradossale all’allievo come stratagemma per aiutarlo a liberarsi dal condizionamento mentale della logica dualistica e discriminante che gli impedisce l’esperienza del risveglio che lo stesso Buddha fece.
I Shin den Shin – Da Cuore a Cuore
La trasmissione diretta da maestro a discepolo che da Shakyamuni Buddha attraverso tutti i maestri zen si perpetua nella pratica zen.
Zazen – Shikantaza la meditazione silenziosa senza oggetto
La parola Zazen Shikantaza: “seduti semplicemente”, significa che ci sediamo in zazen con semplicità, senza scopi e aspettative. Il segreto e la difficoltà risiedono proprio in questa parola: semplicemente. Quando ci sediamo in zazen, infatti, abbandoniamo sapere e conoscenza ed entriamo nudi nella pratica dell’essere.
Shikantaza, cioè testimoniare la realtà del proprio essere. Nello Zen si dice, infatti, “Entri in Zazen e non ne esci più”: significa che quando ti siedi in meditazione, lo fai con il tuo bagaglio di illusioni e condizionamenti, di pensieri e di aspettative, poi la tua illusione di essere un piccolo io separato svanisce ed ecco che non c’è più nessuno seduto in Zazen, non ci sei più tu come ti pensavi prima, ma un essere universale come sei adesso.
Shikantaza e Koan
sono come la luna e il sole: complementari, il silenzio di Shikantaza apre dentro di noi i confini del nostro essere e la luce dei koan illumina la nostra vita per un cammino libero della mente, il vivere da esseri risvegliati in armonia con tutto e tutti non ha metodo ma solo manifestazione.
Le tre qualità essenziali per la pratica zen
Io appartengo al mondo o il mondo appartiene a me
Il respiro: inspiro ed espiro
Io che rapporto ho con le cose, le cose che rapporto hanno con me?
La mia vita nello zen o lo zen nella mia vita?
La prima qualità è una fede radicata (daishinkon g.),
La seconda qualità è una grande dose di dubbio (daighidan g.),
La terza qualità è una grande tenacia per raggiungere lo scopo (daifunshi g.).
Un uomo che manca di uno di questi tre requisiti è come una pentola a tre piedi con un piede rotto.
Che cosa significa avere una fede radicata ?
Non è niente altro che credere che ogni essere umano possiede la sua propria intrinseca natura nella quale è possibile vedere a fondo e che esiste un Principio Fondamentale che può, a sua volta, essere completamente penetrato.
Che cosa significa avere il grande dubbio ?
Sebbene una persona abbia sincera fede, se non nutre un dubbio ben circostanziato sulla propria vita condizionata da un falso io, non può realizzare pienamente tale cambiamento.
Che cosa significa avere una grande tenacia ?
Questo dubbio stabilmente solidificato non sarà frantumato se non vinto da una grande tenacia per raggiungere lo scopo. Perciò è detto che per gli indolenti ci vuole un tempo assolutamente indefinito per raggiungere il nirvana, ma per gli intrepidi l’ottenimento della buddità è questione di un istante.
Dovete essere sempre mossi da uno spirito indomito.
I Sutra
La parola del silenzio
Nello Zen si dice: “Una buona parola tiene un asino inchiodato a un palo per cento anni”.
Dal silenzio della meditazione impariamo a usare le parole. Esse escono dal profondo del nostro essere calme e consapevoli del loro significato, con un conseguente impatto di trasformazione in noi e negli altri.
La parola Sutra in sanscrito significa “filo per infilare le perle” e le perle rappresentano gli insegnamenti illuminati dei saggi maestri. Nel Buddhismo ci sono molti Sutra: alcuni discendenti direttamente dalle parole del Buddha, altri da quelle dei maestri Zen. Nei Dojo Zen, dopo la meditazione, si recitano sempre i Sutra, per favorire uno stato di coscienza favorevole alla comprensione degli insegnamenti e per creare armonia tra corpo e mente. Inoltre, recitare iSutra con gli altri meditanti è un modo per essere un unico corpo e un’unica mente con tutti. Anche quando si pratica da soli nelle proprie case, è di grande beneficio recitare i Sutra, come i Quattro Voti del Bodhisattva e il Sutra del Cuore